Il 28 settembre scorso si sono svolte a Roma le ultime sessioni della prova d’esame Oam valida ai fini dell’iscrizione nell’Elenco degli agenti in attività finanziaria. Scenario delle prove è stato un centro congressi vicino alla stazione Termini, scelto con ogni probabilità, per favorire i candidati provenienti da tutta Italia. Circa 200 gli aspiranti agenti che hanno effettuato l’esame, suddivisi nelle tre sessioni previste per la giornata.
Sessanta domande a risposta multipla in 90 minuti. Diciamolo subito, il tempo è ampiamente sufficiente. Il programma riguardante le materie rilevanti molto vasto, il database dei quiz enorme, le domande spesso difficili e le risposte multiple a volte ingannevoli, preordinate, forse, per indurre in errore il candidato. Impossibile copiare (non si dovrebbe dire, ma in fondo è giusto saperlo), usufruire di qualsiasi supporto sia esso cartaceo o informatico, del telefonino o di qualunque altro dispositivo. La commissione d’esame si è mostrata in principio un po’ rigida, quasi a voler intimorire la platea di candidati; poi nel corso della prova ha comunque dato segnali di disponibilità e ha concesso qualche sorriso.
Prima di accedere all’aula dove materialmente si svolge l’esame, è necessario passare dall’accettazione dove i candidati si registrano disposti su due file distinte e organizzate in base alla lettera del cognome. Il personale incaricato procede con la verifica del documento di identità e trattiene l’attestato del corso di 25 ore di formazione necessario, come noto, per poter sostenere l’esame. Espletate le formalità del caso, il personale invita il candidato ad accomodarsi nella sala, a prendere posizione su un banco disponibile sul quale troverà una busta da non aprire fino a che non ci saranno istruzioni da parte della Commissione. Intorno volti un po’ smarriti, alcuni tirati, altri più distesi. Le voci tradiscono accenti provenienti da Calabria, Lombardia, Emilia, Campania e da ogni parte della Penisola. Ci sono giovani e meno giovani, maschi e femmine. Poche le donne, a dire il vero, a testimonianza del fatto che il credito rimane ancora un ambito prevalentemente maschile. Le donne presenti, per lo più giovani, sono in qualche modo già inserite nel settore, nei back office, qualcuna nel commerciale. Per il resto si vede un po’ di tutto. È ormai risaputo che all’esame si presentano abusivi che vogliono regolarizzare la loro posizione, giovani desiderosi di intraprendere una nuova professione, altri che hanno già vanamente tentato il concorso nelle forze armate o nella Asl cittadina e quindi provano anche questa possibilità. Una cosa però è certa. L’esame Oam non si tenta, non si supera per casualità o fortuna. C’è da studiare, e parecchio. Il settore del credito chiede sempre maggiore professionalità ai suoi operatori. Lo esigono i clienti, lo pretende la Vigilanza, lo vuole il sistema nella sua interezza.
Nell’aula dove viene effettuata la prova sono già posizionati i banchi, disposti uno dietro l’altro su due file ai lati della grande sala. Bella la sala. Imponente, architettonicamente prestigiosa. Inizia la prova. Il presidente della commissione, che in questa tornata era Stefano Albisinni (il responsabile degli Elenchi Oam), spiega che la busta posizionata sul banco contiene un foglio di “anagrafica” che ciascun candidato deve compilare con i dati personali e lasciare in bella vista sul banco insieme al proprio documento di identità. All’interno della busta c’è poi il test, composto da 4/5 fogli contenenti le 60 domande. Questi fogli sono considerati una specie di “brutta copia” sulla quale è consentito che il candidato faccia calcoli, elabori percentuali o effettui le ricostruzioni che le domande possono rendere necessarie. Una volta terminato il test, le sole risposte devono essere trascritte su un altro foglio, una sorta di matrice delle risposte, un elenco schematico contenente il numero della domanda e le quattro caselline A B C D. Sulla domanda n. 1 il candidato deve annerire (non semplicemente barrare), la casellina corrispondente alla risposta corretta. Così per la n. 2 e via per tutte le 60 domande. Sarà questo schematico elenco di risposte a essere poi inserito nel cervellone elettronico deputato all’elaborazione dei risultati finali. Una volta terminata la prova, un membro della commissione si avvicina al banco del candidato inserisce in due buste differenti il foglio di anagrafica, i fogli contenenti il testo delle domande e la matrice delle risposte, appone la sua firma in corrispondenza delle linguette di chiusura delle buste a salvaguardia di integrità e impossibilità di manipolazione della busta stessa.
Da elogiare, in via generale, l’atteggiamento della Commissione. Almeno due membri di essa girano costantemente tra i banchi per verificare che i candidati abbiano la testa china sul foglio e per rispondere a eventuali dubbi (chiaramente non riguardanti le domande), o perplessità e in ogni caso sempre pronti a verbalizzare eventuali anomalie di svolgimento o contestazioni.
Il doppio passaggio di scrittura prima sulla “brutta copia” e di successiva trascrizione delle sole risposte è tutto sommato un fatto positivo. È altamente probabile che tra l’una e l’altra fase si vada a modificare qualche risposta, a dimostrazione del fatto che magari in precedenza non si è letta bene una domanda, o non la si è ben capita.
Potrebbe sembrare una banalità, ma la difficoltà più comune a cui si va incontro è proprio l’errata comprensione di ciò che viene richiesto. E non sempre per colpa del candidato, talvolta sono le domande a essere poste in modo complicato o ingannevole. Importante dal punto di vista metodologico è ancora escludere immediatamente le risposte che si ritengono sbagliate e riflettere solo sulle alternative possibili. Una risposta esatta potrebbe derivare non da una certezza posseduta, ma indirettamente dall’esclusione delle altre risposte sbagliate. Anche l’intuizione, se ha alla base una buona dose di studio, vale quanto le certezze acquisite sulle materie rilevanti.
Fondamentale per superare l’esame, infine, è effettuare in fase di studio le simulazioni dei test. Sono un buon modo non solo per potenziare l’apprendimento, ma anche per testare i progressi personali che via via si compiono. Il panorama internet propone un vasto repertorio di siti che danno la possibilità di effettuare le simulazioni. Occorre però fare attenzione perché spesso le domande non sono aggiornate, non sono in linea con il database Oam o comunque sono superate dalla normativa vigente.
Arriviamo alle note dolenti. Spiace, una volta conclusa la prova d’esame, non avere un feedback immediato sul risultato. Al contrario di quanto avviene per la prova valutativa che è stata di recente internalizzata e completamente informatizzata dall’Oam, per avere il responso della prova d’esame occorre attendere 4/5 giorni.
La correzione prevede l’invio materiale dei test a Salerno dove si trova il cervellone elettronico che elabora i risultati. Tali risultati vengono poi spediti presso l’Organismo, il quale provvede a comunicare ai candidati tramite la loro PEC e con pubblicazione nell’area privata del portale l’atteso responso finale.
Alcune considerazioni a margine. I corsi di formazione non risultano adeguati rispetto alla complessità dell’esame. Conoscere il database è importante, ma ancora più importante è conoscere la filosofia con la quale è stato redatto. Se si studia, questa filosofia affiora lentamente nella testa del candidato e piano piano si impone, nonostante gli errori e le innumerevoli ripetizioni di cui il database è pur costellato. Buona parte delle società che erogano i corsi dovrebbero però rivedere la loro proposta formativa per renderla più aderente alla reale difficoltà della prova, magari proponendo ai candidati le domande che troveranno in sede d’esame.
Per capire quanto il sistema abbia bisogno di collaboratori del credito è sufficiente dire che all’uscita del centro congressi dove si sono svolte le ultime sessioni, ad attendere i candidati c’erano incaricati di diverse società che distribuivano brochure e bigliettini da visita e li invitavano a contattarli per prenotare colloqui e valutare possibilità di inserimento nelle loro reti commerciali.
Estratto di un articolo Di Valentina Petracca publicato su SimplyBiz.eu.
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